Questa nota è dedicata ad una donna, a Ledia Freguglia che, da anni e molto dignitosamente, è nella pittura, con la pittura, per la pittura.
Nel corso della sua attività pittorica, che si sappia, non ha mai assunto tendenze di comodo. Nella sua corsa al sole, al sole dei suoi colori e delle sue trasparenze, s'è sempre mostrata semplice e sincera, non le sono mancati, naturalmente, i chiari successi ed altri verranno ancora e con pieno merito.
La sua tavolozza è ricca di colore e, col colore soprattutto, la sua puntualizzazione è quella delle sensazioni e degli stati d'animo. Sensazioni e stati d'animo che troviamo squisitamente interpretati e fissati con un ”abito” sempre alla moda.
I suoi quadri sono concepiti con un ragionamento tecnico che non ammette, infatti, deviazioni di sorta. Ci tiene tanto e ha tanta ragione, perché solo così facendo sa dove arrivare, sa cosa afferrare.
E' una pittura di ”fatti” interiori che, prorompendo, vuole attirare su di sé l'attenzione, la meditazione, il giudizio. E' una pittura che ha la sua nota del colore nel colore.
Ci sono usi e costumi di terre lontane, ritmi di danze, cieli di fuoco. Al di sopra di questi quadretti esotici, c'è però la realtà amara del nostro tempo: una spiaggia inquinata, un albero stecchito, un respiro soffocato dal cemento. C'è anche e soprattutto la vita, la vita vista in chiave di metamorfosi ma non per questo priva di vibrazioni, di richiami, di poesia.
Ledia Freguglia ha, nei suoi colori, la violenza che si frantuma in una pioggia iridescente. Ha pure la tenuità, l'evanescenza di una visione vista controluce. Ha, infine, e non è poco, una pittura che piace. |