Ledia Freguglia è nata il 31 Agosto 1944 ad Ariano Ferrarese, dove vive e lavora in via Garbina n. 2.
La passione per la pittura nasce in lei fin dalla fanciullezza ed aumenta con il passare degli anni in virtù, pur anche, degli stimoli che alla pittrice giungono numerosi da parte di chi ben comprende, da subito, le sue spiccate possibilità artistiche. Più che evidenti, del resto, già nei primi lavori eseguiti ad acquerello ed a tempera.
Conseguita la maturità magistrale, ha l'opportunità di dedicarsi con più assiduità alla pittura, date le scarse probabilità di un immediato impiego professionale. In quel periodo hanno inizio i primi approcci con la pittura ad olio, timidi ed incerti dapprima, come nella logica dell'inesperienza, spesso condotti sotto l'influsso esaltante dei grandi maestri del passato.
È quello un periodo in cui l'artista non perde occasione di visitare gallerie e mostre di pittori contemporanei, per attingerne suggerimenti validi all'ideazione di uno stile assolutamente personale, al quale consegnare, per intero, il proprio modo di intendere il mondo e la natura. Segue dunque una produzione pittorica di indubbio interesse. La pittrice si espone al giudizio della critica e del pubblico ed il successo non tarda a venire. Questo la induce ad approfondire ulteriormente la propria ricerca. È all'inizio un approfondimento che investe l'ambito puramente tecnico. Risale, fra l'altro, a quegli anni, la tendenza ad affiancare all'uso dei pennelli quello della spatola.
Ben presto si fa strada, però, nell'artista, l'esigenza di approfondire altresì, all'interno della sua pittura, gli spazi riservati alla definizione dei contenuti. È un ricco universo interiore che preme ora la pittrice e diventa materia significativa per una pittura che di frequente abbandona, dunque, gli intenti prettamente descrittivi, volti a tradurre gli aspetti più usuali di una realtà affatto comprensibile nella concreta specificità dei suoi elementi oggettivi, per ricercare, al di là dei fatti, verità ben più profonde e suggestive. Un nuovo modo quindi di concepire la pittura che pur mantenendo continui riferimenti alla realtà, ne inizia ad eludere l'esatta attendibilità dei rapporti fra le cose. L'artista si piega, in tal modo, al gioco fascinoso dell'invenzione. E ritrova in sé le motivazioni ad un discorso che la vede, in ogni caso, pienamente coinvolta.
Un discorso affatto preciso nelle proprie componenti di segno, per le quali appaiono chiari immediatamente, gli episodi su cui fissare l'attenzione. I colori intensi ribadiscono, loro, la preziosa concettualità del racconto. È un riconoscere nelle cose il pretesto alla verifica di più interiori realtà. Una ricerca che spinge l'artista a superare, frequentemente, i limiti del reale, per concedersi alle singolari offerte della fantasia. La sua pittura recupera, in tal modo, momenti di suggestiva pregnanza ideologica. Ampiamente sensibili, del resto, al richiamo dei sentimenti che ritrovano affascinante conferma fra le cose. E sciolgono la rappresentazione al morbido e delicato incanto della poesia. |